giovedì 12 febbraio 2015

Italiano medio

Appena finito di vedere il film “Italiano medio” di Maccio Capatonda,  si potrebbe definire  un film del genere grottesco demenziale, ma non è così. La pellicola aiuta a riflettere, sorridendo, sulla  società odierna; una società in cui a fare da padrona è il mondo tecnologico: la televisione, i tablet e i cellullari. Nel film, come nella realtà,   è’ proprio  la televisione che decide su tutto, per quali cause combattere,  cosa mangiare, cosa leggere e addirittura  chi votare. Se non vai in tivù non sei nessuno!  I talk show diventano dei veri e propri eventi, in grado di ammaliare e tenere incollati al video milioni di persone. Oggetti di discussione nei bar, nei posti di lavoro , e persino nelle telefonate fra amici e familiari.
  I personaggi diventano famosi, non perché particolarmente bravi, ma perché capaci (come si evince nel film ) di stimolare il 2 % del cervello umano, ossia, quella parte  che misura la felicità nel copiare l’abbigliamento del vip del momento, quella che fa fare la fila per accaparrarsi l’ultimo modello di cellulare appena uscito, oppure,   quella che fa pensare solo a se stessi e ai propri vizi, in un tripudio di sballo e allucinazioni.
Il sistema è così imbottito di questi automatismi, tanto da non poter immaginare una vita diversa, che vada al di fuori  della cosiddetta normalità,  capace di discriminare, oppure  ignorare, chi non ne fa parte.
 Di chi è la colpa di tutto ciò? Di chi ci governa,  a cui fa comodo propinarci programmi demenziali per evitare che si guardi ai veri problemi che affliggono l’umanità? O, semplicemente a noi stessi,  quando  lasciamo che il  98%  del nostro cervello continui  a dormire anche da svegli,   imbottendoci da mattina a sera di immagini inutili e senza scopo, capaci di influenzare anche i nostri sogni.  Una specie di corazza difensiva in grado di  annullare quell’insoddisfazione profonda  che altrimenti ci sommergerebbe.
A questo punto, mi viene spontaneo ringraziare film del genere,  essi hanno uno scopo ben preciso per chi ha occhi per guardare e, orecchie per sentire, utili per fermarci, per porci delle domande, e per guardare  dentro di noi. Ricordiamoci che abbiamo una grandissima responsabilità, quella di educare bambini e ragazzi, uomini e donne del futuro,  affinchè  possano ragionare con la propria testa senza lasciarsi trasportare dalla corrente.

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