venerdì 13 febbraio 2015

Convivenza civile

Educazione civica, materia che si insegnava anni fa alle scuole, oggi inglobata in quella del diritto.
Eppure, secondo me, oggi più che mai si rende necessario educare le persone alla convivenza pacifica e civile. Viviamo in un mondo che non ha più rispetto per gli altri, ognuno, racchiuso nel suo piccolo egoistico spazio personale, pensa solo a se stesso. Come se fosse l’unico abitante di un pianeta deserto, da invadere e mettere sottosopra come meglio gli aggrada.
Col rischio di risultare antipatica, devo dire che non è così, se abita al secondo piano, significa che al primo ci abitano altre persone, se abita al primo piano vuol dire che al secondo ce ne sono altri, e così via.
Quando torna tardi la sera, un po’ allegrotto per aver festeggiato con gli amici, deve farlo in silenzio, perché negli altri piani qualcuno già dorme. Se al mattino ha voglia di fare pulizie in casa, deve aspettare un orario decente, prima che possa accendere l’aspirapolvere. Urla e schiamazzi nei luoghi comuni, come pianerottoli, scale e portone sono banditi, ognuno contenga il proprio entusiasmo ad una sede più consona.
Quando si cucina, si eviti accuratamente di spalancare le porte per far uscire il puzzo di fritto. Specialmente se qualcun altro è a dieta. Le finestre sono più indicate a tale scopo, forse è ora che qualcuno li avvisi.
Quando si decide di fare lavori di ristrutturazione dei luoghi comuni, bisogna fare una riunione con gli altri, e non chiedere la quota, una volta che i lavori sono stati già eseguiti da persone di loro fiducia.
Rispettare gli spazi degli altri, senza invaderli, come se fosse arrivato Annibale dalle Alpi.
E’ chiedere troppo?


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