Educazione civica, materia che si
insegnava anni fa alle scuole, oggi inglobata in quella del diritto.
Eppure, secondo me, oggi più che
mai si rende necessario educare le persone alla convivenza pacifica e civile. Viviamo
in un mondo che non ha più rispetto per gli altri, ognuno, racchiuso nel suo
piccolo egoistico spazio personale, pensa solo a se stesso. Come se fosse l’unico
abitante di un pianeta deserto, da invadere e mettere sottosopra come meglio
gli aggrada.
Col rischio di risultare
antipatica, devo dire che non è così, se abita al secondo piano, significa che
al primo ci abitano altre persone, se abita al primo piano vuol dire che al
secondo ce ne sono altri, e così via.
Quando torna tardi la sera, un po’
allegrotto per aver festeggiato con gli amici, deve farlo in silenzio, perché negli
altri piani qualcuno già dorme. Se al mattino ha voglia di fare pulizie in
casa, deve aspettare un orario decente, prima che possa accendere l’aspirapolvere.
Urla e schiamazzi nei luoghi comuni, come pianerottoli, scale e portone sono
banditi, ognuno contenga il proprio entusiasmo ad una sede più consona.
Quando si cucina, si eviti
accuratamente di spalancare le porte per far uscire il puzzo di fritto. Specialmente
se qualcun altro è a dieta. Le finestre sono più indicate a tale scopo, forse è
ora che qualcuno li avvisi.
Quando si decide di fare lavori
di ristrutturazione dei luoghi comuni, bisogna fare una riunione con gli altri,
e non chiedere la quota, una volta che i lavori sono stati già eseguiti da
persone di loro fiducia.
Rispettare gli spazi degli altri,
senza invaderli, come se fosse arrivato Annibale dalle Alpi.
E’ chiedere troppo?
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